venerdì 12 marzo 2010

Vittima e Carnefice

Oggi ho sviluppato un concetto interessante. Si può dire che ho reinterpretato un concetto, quello della Vittima e del Carnefice, secondo una luce diversa.

Introduzione
Il progetto nel quale sto lavorando adesso naviga in acque che definire marroni è dir poco...fra un mese l'applicazione che abbimiamo sviluppato deve andare in produzione e ci sono ancora buchi (anche di analisi) grandi come case e mancano ancora un sacco di parti quindi la richiesta dei nostri capi è di lavorare di piu, fermarsi di più, venire al sabato, impegnarsi sempre di più e di più. Già qui ci sarebbe da discutere perchè è ovio che non è QUANTO si lavora che determina il risultato, ma COME si lavora...

Il Fatto
Sta mattina riceviamo una mail di un nostro capo che ci esorta, da adesso fino alla consegna del progetto, a considerare i sabati come lavorativi...
Un mio collega (che ha veramente dato tanto, si è stra impegnato, ci ha messo il cuore ed ha fatto GRATIS un sacco di ore di straordinari) oggi è arrivato ed era completamente esaurito, ha iniziato a gridare che non è giusto, che ha lavorato per i migliori clienti e non si è mai vista una cosa del genere, la totale non considerazione delle esigenze delle persone, che è il lavoro che è al nostro servizio e non viceversa. Il fatto è che siamo nella stessa stanza con il cliente che ha sentito tutto, ha approvato ma non è certo stata una bella figura per la nostra azienda, infatti l'unico nostro dirigente ha cercato inutilmente di allontanare dalla stranza il povero mio collega che era visibilmente esaurito, in balia delle emozioni e stanco e stufo di essere trattaco come carne da macello. Considerando anche che per la mia azienda il più grande asset sono le persone e quindi andrebbero trattate con il massimo del rispetto.

La domanda
A quel punto mi sono chiesto: "Chi è stato a fare questo al mio collega, una persona bravissima che fa volontariato e vuole bene a tutti?"

La risposta
Beh credo che sia stato lui stesso, purtroppo io credo questo.
Il mio collega è entrato nella modalità "VITTIMA" e ne ha tutti i diritti perchè cio che ha detto corrisponde interamente a verità, ci trattano come limoni da spremere fino all'ultima goccia!
E' nel loro interesse, nell'interesse dell'azienda, sfruttare le persone, "massimo guadagno con minima spesa". Chi è nel biz. vuole quello, e non guarda in faccia a nessuno. Comportamento a mio avviso ingiustificabile per una azienda di informaticha che basa i suoi introiti sulle persone, ma purtroppo è così...

Il mio collega però è entrato nella modalità "VITTIMA", lamentandosi per le ingiustizie subite. E tutto ciò a cosa serve?
A non molto credo, anzi, chi entra in modalità "VITTIMA" diventa "CARNEFICE" di se stesso per almeno quattro motivi:

1) In modalità "VITTIMA" ci si esaurisce, come ha detto lui: "sono esaurito" perchè ha finito le energie, quante energie si perdono a pensare a tutte le ingiustizie che si subiscono, non si dorme la notte continuando a rosicare...

2) Si dimostra di permettere agli altri di controllare la propria vita. Invece di avere il controllo di poter scegliere "sabato vengo a lavoro" "sabato non vengo a lavoro", si dice "sabato sono costretto a venire al lavoro" e questo fa perdere il controllo.

3) Permette poi di dare la colpa agli altri per scelte fatte (o peggio ancora non fatte). "Mi hanno costretto a lavorare fino alle 10 di sera, ora sono stanco morto ed è colpa di chi mi ha costretto". A questo punto non si è responsabili della propria vita.

4) Facendo le cose per forza, decise dagli altri, le di fa oviamente con meno o senza impegno, e di questo ne risentiamo noi, e anche chi ci sta accanto.

Nel caso del mio collega il considerarsi vittima lo ha reso sempre più stanco, esaurito e prossimo ad un tracollo emotivo; la sua produttività sul lavoro non è stata di certo ottimale.

L'insegnamento
Nella visione di chi è RESPONSABILE della propria vita se si sceglie di andare a lavorare il sabato e lo si fa consapevolmente, pensando di averlo scelto a questo punto ci si impegna al massimo sabato perchè è stata la propria scelta.

Se si decide di stare a casa con la famiglia, perchè la famiglia è la propria priorità nella vita a questo punto è la propria scelta, personale, nessuno ti ha costretto, e nessuno ti può obligare a venire a lavoro. Questo non ti permette di essere vittima di nessuno. Solo eventualmente di te stesso...

Ma alla fine scegliere è importante, se non scegli qualcun'altro lo fa per te.
Se poi la scelta è sbagliata, beh l'hai fatta tu e la prossima volta farai eventualmente la scelta giusta grazie all'esperienza accumulata scegliendo.

Se invece fai scegliere gli altri per te, gli altri oviamente faranno la scelta che ritengono migliore per LORO e difficilemente per te...
Potrai a questo punto lamentarti e incolpare gli altri perchè la tua vita non va come ti aspetti, ma sei semplicemente una "VITTIMA" che è diventata "CARNEFICE" di se stessa.

Mi piacerebbe avere delle opinioni su queste considerazioni.

1 commento:

  1. stavo per andarmi a lamentare con la mia capa di una mia collega e delle sue malefatte, ma questo mi farebbe diventare una vittima e di conseguenza il mio carnefice? meno male che ho letto in tempo il tuo post, chiaramente nulla avviene per caso quindi è meglio non avere dubbi... anche se a star sempre zitti si lascia credere di essere un pò tonti, è come sdraiarsi a terra con un cartello addosso che dice "se vuoi calpestarmi passa pure di qui". Tutto sommato credo che tu abbia ragione.
    Silvia

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