Prima di inizare vi presento una schematizzazione per poi analizzare le prime due fasi del motore, le altre due al prossimo capitolo, essendo un argomento abbastanza esteso.
Non lasciatevi intimorire, sono dei concetti semplici e se si riesce ad integrarli e a farli propri nella vita, si faranno passi da gigante in termini di consapevolezza, felicità e risultati.
Il primo "tempo" in un motore a scoppio è l'aspirazione, cioè il motore aspira la miscela di carburante e aria che sarà poi ciò che fa continuare a girare il motore.
Nel motore della felicità la prima fase è quella delle credenze, cioè ciò che noi crediamo su qualunque cosa della vita.
Ecco una definizione di credenza bella impapocchiosa:
"La credenza è una frase che in qualche modo noi sentiamo vera. Pensiamo che le nostre credenze sono accurate asserzioni riguardanti la realtà"
Le credenze sono di tre tipi, quelle su noi stessi, quelle sul mondo che ci circonda, e le equivalenze complesse dette anche regole.
Vi faccio qualche esempio che vale di più di mille spiegazioni. Le credenze su noi stessi iniziano sempre con "Io sono", ad esempio "Io sono timido" è una bella credenza depotenziante. "Io sono intelligente", "Io sono una persona che non molla", "Io sono una persona che non vince mai".
Quante volte durante il giorno ci diciamo queste cose? Individuarle e capire quelle potenzianti e depotenzianti è un passo fondamentale di consapevolezza e ci aiuta a far girare per il verso giusto il motore della felicità.
Segnarsi le credenze che scopriamo di noi durante la giornata su un block-notes aiuta.Le credenze sul mondo che ci circonda sono quelle collettive che probabilmente arrivano dai nostri genitori o da associazioni che abbiamo fatto basandoci su esperienze passate. Possono essere: "Meglio non fidarsi della gente perchè tanto poi ti frega", "Dopo una certa età non si possono fare determinate cose", "La vita è faticosa", "La vita è una fantastica avventura".
E' facile notare quanto alcune credenze generali siano purtroppo abbastanza depotenzianti e facili da abbracciare. Va a finire che diventano dei mantra che continuiamo a ripeterci e che ci buttano ancora più giù quando le diciamo, poi di solito escono prepotentemente quando il momento è già critico è invece avremmo bisogno di una bella sferzata di energia, non di affossarci da soli.
Il terzo tipo di credenze sono le equivalenze complesse, o le regole che ci diamo nella vita. Eccone alcuni esempi: "Se mi parli gridando non mi rispetti", "Non mi fido di chi non mi guarda negli occhi", "Se fai così sei uno stronzo", "Se non mi chiami tutti i giorni non sei un vero amico". Le regole nella vita sono fondamentali, sono gli ingranaggi dentro il motore della felicità, peccato che alcune siano depotenzianti e girano al contrario, ed è facile che una persona con molte regole sia troppo rigida, è anche probabile che sia spesso in contrasto con altre persone. Infatti se si fa attenzione non sono mai le persone che litigano ma le loro regole che vanno in contrastro. Ci vogliono quindi le giuste regole, belle salde ma anche una buona dose di flessibilità.
In un capitolo successivo affronteremo il giusto intervento agli ingranaggi del motore della felicità per eliminare una credenza depotenziante e sostituirla con una bella potenziante.
Per ora è fondamentale continuare a farsi domande sugli argomenti più scottanti della propria vita per individuare le proprie credenze.
Passiamo al secondo tempo che, se per il motore a scoppio è la "compressione" della miscela di carburante, per quanto rigurda il motore della felicità sono i nostri stati d'animo. Essi vengono incrementati da un terzetto che è il vero carburante della nostra vita: mi riferisco al Linguaggio, al Focus e alla Fisiologia.
Quindi, prima fase, credenze/aspirazione, le nostre credenze aspirano in un modo o nell'altro la miscela di carburante della vita e la seconda fase, compressione/stati d'animo, la miscela viene compressa e vengono generati gli stati d'animo che viviamo
Andiamo quindi a vedere in dettaglio i tre componenti esplosivi di questa miscela.
Il linguaggio, cioè come parliamo agli altri ma soprattutto a noi stessi influisce a manetta sui nostri stati d'animo. Abbiamo visto prima una credenza su noi stessi come ad esempio "Io sono timido", quando me la dico dentro alla testa sicuramente proverò delle emozioni, magari un minimo di inadeguatezza. Se invece mi dico "Io sono intelligente" qualche emozione positiva sicuramente scatta dentro di me, mi sentirò un po fiero della mia intelligenza, mi sentirò sicuro di poter affrontare delle difficoltà della vita e di superarle alla grande. Attenzione perchè il linguaggio non è composto solo da parole, anzi le parole sono solo una piccola parte del linguaggio. Esiste la parte paraverbale, cioè i toni di voce, il volume della voce ecc, e anche quando ci parliamo da soli hanno un valore fondamentale. Esiste anche la parte non verbale cioè le nostre espressioni del volto, i nostri gesti e la Fisiologia che vedremo fra poco. Tutto cio influenza e non poco le nostre emozioni e di conseguenza i nostri stati d'animo.
Seconda parte della miscela di carburante è il Focus, cioè ciò su cui la mente si focalizza, si concentra. Ad esempio se vi mettete li e pensate per 10 minuti ad un episodio brutto della vostra vita, che ne so, quando vi ha lasciato la morosa anni fa, o una figuraccia fatta alle elementari, e continuate a pensarci e a pensarci, dopo i 10 minuti che vi ho detto non ne uscirete per niente bene, le vostre emozioni vi condurranno a degli stati d'animo veramente depotenzianti. Se invece vi concentrate su mementi della vostra vita in cui avete raggiunto dei buoni risultati, momenti in cui siete stati felici, in pace con voi stessi, vi siete divertiti ecc. beh quasi immediatamente anche il vostro stato d'animo attuale ne risente in positivo.
Come abbiamo visto nei capitoli precedenti il focus è fondamentale, e lo stesso concetto è applicabile anche sui possibili eventi futuri. Se fra una settimana ho un esame e per tutto il tempo mi faccio i film di come potrebbe andare male, il mio stato d'animo nell'affrontare quell'esame sarà completamente depotenziante. Stessa cosa vale per l'esatto opposto, cioè pensando al fatto che tutto possa andare per il verso giusto, che saprò rispondere a tutte le domande ecc. Risultato? Stado d'animo potenziante. Avrò sempre la carica giusta per studiare e ripassare.
Se date veramente troppa importanza ad un evento come un esame e non riuscite a pensare che vada tutto bene, per "sdrammatizzare" vi consiglio questa breve "meditazione".
Immaginatevi che tutte le persone coinvolte abbiano qualcosa di buffo mentre vi vivete nella mente quell'esperienza futura (o anche passata) ad esempio possono avere tutti il naso rosso da clown, oppure, se sono i vostri professori ad un esame immaginateveli seduti in schiera sul vater e non sulle loro poltrone. Questo potrebbe aiutarvi ad abbassare la tensione nel confronti di quel particolare evento.Terza componente, come abbiamo visto è la Fisiologia, cioè come si comporta il nostro corpo. Quello che è vero è che il corpo e la mente sono cablati tra loro a doppia mandata. Se la mente è felice, il corpo risponde immediatamente di conseguenza, e lo dimostra con respirazioni più ampie ad esempio, oppure con un volto più rilassat. Difficile che una persona che ha appena raggiunto un ottimo risultato (es giocatore di calcio che fa goal) stia con le spalle basse, le braccia molli lungo al corpo e tutto mogio. Sarà invece scattante, con le braccia alzate, sorriso di gioia ecc. Quello che spesso è sottovalutato è che la cablatura funziona anche al contrario. E' facile provarlo. Se vi mettete seduti con le spalle e la testa giù e le braccia ciondoloni è difficile che vi passino dei bei pensieri per la testa. Vi sentirete preso depressi. E' quindi possibile pilotare i nostri stati d'animo accedendo a quelli più potenzianti mantenendo una corretta fisioligia. Spalle alte, testa alta, restare seduti in modo corretto e bei respiri profondi. Come nell'esercizio semplicissimo di respirazione che vi ho fatto fare all'inizio del corso.
Se vi piace l'argomento Fisiologia e lignuaggio del corpo vi suggerisco di studiarlo in prima persona direttamente osservando per bene gli altri, le loro fasi di felicità e di tristezza. Notate i loro cambiamenti in volto, nel fisico e nella respirazione. Svilupperete preso una buona acutezza sensoriale, che è un ottimo strumento per migliorare la comunicazione con gli altri (e anche con se stessi).
Spero vi sia piaciuto questo intervento, e nella prossima parte analizzeremo le altre due fasi del motore della felicità capendo come tutte siano legate fra loro e conducano ad un ciclo continuo che ci porta avanti o indietro nella nostra vita.
A presto e che la vostra vita sia sempre più felice!